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L'OPINIONE DEL 20/01/1999:

S.O.S.

Gelido il vento della terza sconfitta ha soffiato sulle ali del Grifo lasciandolo provato e affannato, come i suoi tifosi, scossi ma non rassegnati, al pari di Ilario "gelato" anch’egli ma con il fuoco della "Ragione" calcistica sempre ardente, pronto a riscaldare il sangue e le membra di una squadra stralunata e incerta ma ancora viva, potenzialmente aperta al riscatto, se e quando si capirà dove l’Eolo di Torre Alfina voglia spingere la vela biancorossa: l’assetto futuro ed il modulo conseguente del Grifo dipendono, infatti, dall’esito che darà la vorticosa ed enigmatica campagna acquisti in atto e, come sempre, paradossalmente, un po’ virtuale e, allo stesso tempo, pesantemente realistica.

CAMPAGNA ACQUISTI

La campagna acquisti, dunque, inevitabile snodo del problema, ma che dovrebbe dipendere tassativamente dall’impostazione che si vuol dare alla squadra e non dalla creativa e sempre-verde immaginazione del "federale" viterbese che sta epurando ma non depurando; campagna che dovrebbe tenersi dopo aver chiarito alcuni punti fondamentali:

1) il Grifo deve tornare al vecchio modulo tattico investendo su di un nuovo terzino destro al posto del disertore (! ?) Zè o orientarsi su di un nuovo modulo tattico acquisendo le prestazioni di nuovi centrocampisti e di un terzino d’attacco?

  1. Se si torna al vecchio schema quali garanzia può dare il gioco sulle fasce considerando che, paradossalmente, Petrachi era il guastatore e Zè il rifinitore in una inversione dei ruoli quasi fantasmagorica ma funzionante e che Rapajc sembra ormai orientarsi verso il ruolo di seconda punta preparandosi, forse inconsciamente, a surrogare Del Piero?
  2. Ove si cambiasse modulo quale potrebbe essere la mezzala necessaria a supportare Olive e Tedesco per consentire a Nakata di rifinire alle spalle delle punte?

4) In ogni caso Rapajc va sacrificato sull’altare del cambiamento? E, oltre tutto, con uomini e schemi nuovi quanto ci vorrà ad amalgare il tutto?

UMILTA’ E CONSAPEVOLEZZA

I problemi sono ormai lì ineludibili, non più rimandabili, mentre alcuni fatti sembrano indicare che l’s.o.s lanciato dall’imbarcazione battente bandiera biancorossa non sia stato ancora percepito e si pensi ancora che barca e marinai siano di prima scelta nonostante la involuzione latente del gioco e la fuga del marinaio di colore sulla scialuppa nominata "Vasco de Gama". Ma il segnale di pericolo è stato lanciato, la nave e l’equipaggio sono in discrete condizioni, non di più. Il vento gelido delle sconfitte ha, per ora, intirizzito cuori e ossa e increspato le onde, ma si può ripartire perché il freddo della A ritempra, ma senza i panni dell’umiltà e della consapevolezza è insopportabile e scatena un virus mortale che porta in una categoria "innominabile".

Claudio Cagnazzo