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L'OPINIONE DEL 16/04/1999:

COSTANZO ERCOLANO E LORENZO

Un Grifo timoroso e imbolsito si fa lacerare le ali dal lupacchiotto piacentino, per l’occasione debole e spaesato, ma pronto a mordere non appena il nostro posa le sue magnifiche ali, rese esangui dalle micidiali cure dell’infermiere slavo: ormai in totale confusione calcistico-esistenziale e mal consigliato dal "primario" torrealfinense che gli sussurra improbabili ricette attraverso il cellulare: decisamente assurto a mitico simbolo delle disfatte biancorosse. Si sfarina dunque il Grifo disposto in maniera "dopolavoristica" con una pletora di mediani e terzini a difesa di un pareggio un tempo dileggiato ed ora fortemente concupito dalla "strepitosa" coppia Lucky e Vuja: epigoni di una nuova comicità e demiurghi di una squadra con queste consolidate caratteristiche:

ORFANI

1) Nessuna identità calcistica, stante il fatto che una difesa bloccata impedisce quel movimento totale e quel gioco "largo" che tanto aveva deliziato le nostre bicolori pupille; 2) "Normalizzazione" di Hide e Milan, orfani di un gioco "strepitosamente" anomalo che valorizzava il talento "angelico" del primo e quello "vagamente sulfureo" del secondo; 3) Paura di sbagliare che sembra attanagliare molti dei nostri, privati dell’allenatore che li ha plasmati, e sfibrati dal rapporto con un mister che sembra ricorrere ai lazzi linguistici per nascondere il proprio inarrestabile declino "tecnico"; 4) Evidente logorio psico-fisico.

PREGHIERA

Questa nuova "sconsolante" situazione atterrisce i "sanguigni" tifosi del Grifo che hanno meravigliosamente tentato di coniugare l’amore per la squadra con la critica per la perfida incoerenza presidenziale, riuscendo a tenere in perfetto equilibrio Ragione e Sentimento: a dispetto di mistificanti e mistificatori richiami fatti da ambigui personaggi favorevoli ad una presunta armonia, che per primo "Herr" Gaucci ha spezzato, spingendo i biancorossi in un’avventura che Domenica potrebbe segnare un altro ulteriore passo negativo, proprio con quella Roma che tanto il nostro ex amato leader sogna. Tanto più che non credendo in possibili taumaturgiche resurrezioni tecnico-tattiche non resta che affidarsi, per chi crede, ai nostri amati santi: Costanzo, Ercolano e Lorenzo e, per tutti gli altri, ad una preghiera laica da rivolgere al magnifico Grifo che domina il palazzo dei Priori, perché infonda forza e coraggio ai nostri eroi stanchi, ma seguiti pur sempre da un esercito di tifosi duri e combattivi e, c’è da giurarci, per niente rassegnati a tornare nelle acque paludose e stagnanti della B. Nonostante Vujadin e Luciano.

 

Claudio Cagnazzo