GrifOvunque Home Page

L'OPINIONE DEL 14/01/1999:

GRANDI MANOVRE

Sulla fiancata del veliero biancorosso si è aperta una piccola falla, una fenditura che sta imbarcando acqua, quasi impercettibilmente ma inesorabilmente. La "ferita" è stata inferta dai bucanieri baresi e dalla elegante flottiglia friulana ed ha lasciato dolente ed emaciato il tenente di vascello Ilario con i due sottotenenti: Hide e Milan, condottieri di una ciurma volenterosa ma stanca, tradita, per di più, dal Guardiamarina Zè: svagatamente aggrappato ai suoi sogni esotici. Il vascello imbarca, dunque, acqua, ma, a volerle vedere, piccole crepe si erano già evidenziate con Cagliari e Fiorentina, in partite dure e sofferte, contrassegnate da secondi tempi "incanagliti" dalla incapacità di sottrarsi al palleggio vischioso e insistito degli avversari, come se i limiti consaputi del Grifo si volessero mostrare in tutta la loro "ottusa" concretezza.

LIMITI

I limiti, dunque, che conosciamo: lentezza difensiva aggravata dalla "sventatezza" dei portieri, centrocampo costretto al contenimento, legato alla scarsa propensione difensiva degli esterni; attacco seminesistente, orgogliosamente e genialmente surrogato dalla vena artistica dello "zingaro" e del "samurai"; il tutto raccolto sotto il segno della discontinuità, inevitabile esito di uno schema costruito, giocoforza, su troppe atipicità. Ora si ha l’impressione che la perizia tattica di Castagner, la classe nippo-croata non siano più sufficienti: le tante punizioni subite dal limite esterno dell’area ne sono, forse, l’esempio più eclatante.

CAMBIO DI ROTTA?

E’ sperabile quindi un cambio di rotta più o meno drastico sostenuto da una di queste opzioni:

  1. ricostruzione dell’asse destro con un nuovo terzino e, possibilmente, con un nuovo tornante, stante il fatto che il guastatore Petrachi senza l’appoggio insieme razionale e fantasioso di Zè potrebbe naufragare;
  2. costringere Zè a restare limitandosi all’acquisto del Di Caprio ecquadoregno: incognita assoluta;
  3. cambiare assetto tattico con tre o quattro uomini nuovi, uno per reparto, sacrificando al mercato (absit iniura verbis), il "purosangue" croato;
  4. affidarsi alle "grandi manovre" minacciate dall’ammiraglio di fede "viterbese" sperando che, con l’aiuto del dio dei mari, esca dal cantiere un veliero lucido e veloce e non una imbarcazione pretenziosa e fragile, inadatta per mari della serie "A" e destinata dopo perigliosa navigazione all’approdo melanconico e notturno nel pittoresco porticciolo della "B".

Claudio Cagnazzo