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L'OPINIONE DEL 12/10/1999:

 SERGENTE DI FERRO

Il Grifo si prepara a volare su Terni in condizioni fisiche e tecniche più che soddisfacenti, perché, dopo anni, Lucianone ha riproposto, ai nostri occhi, un vero centravanti di cui sentivamo la mancanza da quando il glaucopide Negri ci aveva lasciato per una terra rivelatasi, con lui, avara e aspra come le rocce del proprio mare. Arriva, dunque, il fine Amoruso a formare con Hide e Milan e Ba un "rombo" di altissimo valore tecnico capace, sulla carta, di coprire tutte le possibili opzioni tecnico- tattiche: scambi veloci e contropiede, aggiramento delle linee nemiche con verticalizzazioni improvvise, sfondamento centrale di potenza o di fioretto, possesso palla continuato con grande sollievo degli altri reparti. Insomma la possibilità di prescindere, almeno parzialmente, dalla inventiva di Milan e Hide: sempre fondamentali ma, finalmente, supportati e integrati nel gioco e nelle responsabilità.

 

TRASFERTE

Ora non resta che attendere le prossime trasferte per capire se la nostra piccola armata è in grado di superare i problemi che si erano ripresentati sulla scia di quelli dell’anno passato: 1) squadra incapace, fuori casa, di superare una certa discontinuità e una evidente fragilità complessiva; 2) sensazione palpabile di una incapacità del centrocampo di imporre il proprio gioco, anche perché, spesso, in inferiorità numerica; 3) condizione complessiva di Rapajc che sembra aver smarrito il filo biancorosso della sua ispirazione chiuso com’è nel suo sforzo di assimilare gli schemi mazzoniani senza perdere la sua geniale identità calcistica.

 

CARLETTO E LUCIANO

Aspettiamo, perciò, prima di dare un giudizio definitivo non senza notare, però, come il cancelliere di Torre Alfina abbia fatto contento il prode testaccino come mai aveva fatto prima né con Ilario né con altri mister, dimostrando, inequivocabilmente, come Carletto rappresenti, in toto, l’allenatore che Gaucci vorrebbe essere: un sergente di ferro sentimentale e competente. Nel frattempo, come si dice nei pub perugini: "Tutti a Terni!", lasciando a casa violenza e odio ma non la rivalità: vera anima di questo splendido sport unico e meraviglioso.

 

Claudio Cagnazzo