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L'OPINIONE DEL 10/12/1999:

IL BELLISSIMO "MOSTRO"

In una settimana, il Grifo mostra pregi e virtù di una provinciale forte e concreta ma, con qualche non piccolo problema da risolvere: prende il volo, infatti, "il nostro," con il Toro, da sempre ostico e ostile, batte una Fiorentina senz’anima e senza campioni, perde, infine, con una Lazio disincantata e regale come il suo figlio più intelligente: il "classico" Veron. Passata, dunque, l’intensa settimana, i sempre-partecipi tifosi dell’aquila leonina , si chiedono quale sia il volto reale di una squadra valida e ben guidata che non riesce però ad accreditarsi, definitivamente, come una provinciale di lusso, una outsider pronta a scompaginare i giochi degli squadroni e decisamente in grado di aprirsi un varco percorribile verso la strada non particolarmente accidentata che porta in Europa.

MALATTIA LATENTE

L’insidia, perciò, della squadra bella, ma incompiuta si va materializzando, dietro risultati incostanti e, qualche volta, contraddittori, aperti ad una eventuale crescita, ma, anche ,alla possibilità di un campionato altalenante e un po’ sofferto. Infatti, sintomi importanti di questa malattia da grande incompiuta cominciano a manifestarsi e si possono così sintetizzare: 1) la mancanza di uno schieramento base, visto che si passa a moduli diversi che, oltretutto danno esiti contraddittori; 2) L’incredibile latitanza di Rapaic, che mistifica a se stesso la realtà la quale appare, invece, nella sua evidenza: Milan non si adatta agli schemi del capitolino razzente!; 3) una sorta di evidente malumore dell’ambiente, tipico di chi sente la distanza tra ciò che potrebbe fare e ciò che, invece, riesce a fare.

PIACENZA

In tutto ciò, il Grifo si prepara alla "terribile" trasferta piacentina, così sofferta per tutto ciò che evoca nei nostri cuori di "patiti" biancorossi, mai dimentiche dell’incredibile, illogica, masochistica retrocessione subita in un giorno di pioggia con un allenatore ghignante e perdente, con giocatori viziati e impauriti, con un portiere che, forse, già ci odiava nel fondo del suo insondabile animo. Speriamo, comunque, ben,e anche se l’allenamento a cui abbiamo assistito mostrava una squadra un po’ stanca(preparazione anticipata?), giocatori stranamente insicuri ed un Milan alla rincorsa del suo fantasma, fantasma che un giorno si stancherà e comincerà lui a rincorre il proprio, svagato padrone. Tant’è noi saremo, in ogni caso, davanti al video, perché anche nell’era postindustriale, nel delirio massmediologico, siamo sempre schiavi della nostra atavica, cromosomica passione per l’immenso bellissimo "mostro" alato.

Claudio Cagnazzo