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L'OPINIONE DEL 05/10/1998:

Equilibrio tecnico tattico:

L'equilibrio tecnico tattico può essere per ogni singolo allenatore un punto di arrivo, e, insieme, una base su cui lavorare, talvolta, invece, un sogno, forse, un incubo.

Un equilibrio da ricercare con metodiche di allenamento, applicazioni pratiche e lezioni teoriche, una ricerca che dura, talora, per tutta una stagione, non risparmiando neppure i grandi clubs.

Questo equilibrio che permette ad una squadra di svolgere i suoi temi di gioco, le sue trame essenziali riposa, però, su di una specie di prerequisito fondamentale e spesso poco valutato: l'omogeneità tra i singoli elementi della squadra.

Omogeneità di squadra:

L'omogeneità, dunque, che é semplicemente la compatibilità tecnica dei singoli, la possibilità che parlino un linguaggio calcistico comune, cosa che, ad esempio, manca al nostro grifo, la cui alternanza di rendimento all'interno di una stessa partita dipende proprio da questa carenza. 

Infatti l'assoluto divario tecnico che esiste tra Nakatà, Rapajc e gli altri porta, nonostante la bravura di mastro Ilario, a queste strane ed ibride prestazioni ove si alternano momenti di sconcertante pochezza calcistica a folate esaltanti.

Urgono perciò, rinforzi specialmente a centrocampo ma rinforzi di buon livello tecnico che riducano il "gap" tra i migliori ed il resto della squadra, altrimenti proprio con le squadre apparentemente meno forti avremo sgradite sorprese.

Qualcosa su Perugia - Inter:

La partita di ieri ha confermato la buona organizzazione del grifo e la pochezza tecnica di alcuni elementi e ha evidenziato che certe rivoluzioni come quella dei portieri sono forse un po' fasulle. Si attendono magari meno rivoluzioni, di cui diffidiamo, e più cambiamenti sostanziali. 

Claudio Cagnazzo